Piccolo Teatro Studio Melato – Via Rivoli 6
Teatro Strehler – Largo Greppi
Instituto Cervantes – Via Dante 12
Casa Circondariale San Vittore – Piazza Filangieri 2
Punto Flamenco – Via Carlo Farini 55
Informazioni: info@puntoflamenco.it
Il FLAMENCO continua ad essere il protagonista della programmazione estiva milanese con la VII edizione del MILANOFLAMENCOFESTIVAL.
Alla prestigiosa e preziosa cornice del Piccolo Teatro Studio Melato – Teatro d’Europa, quest’anno si sommano altre tre locations d’eccezione: il Teatro Strehler, l’Istituto Cervantes di Milano e la Casa Circondariale San Vittore, dove, da due anni, si svolge un laboratorio di flamenco rivolto alle detenute della sezione femminile, già al centro, durante la passata edizione del Festival, di un’intensa mostra fotografica.
Quest’anno Punto Flamenco porterà all’interno del carcere lo spettacolo di flamenco “Dedicado” a cura di Punto Flamenco Ensemble.
MITO, GENIO y REVOLUCIÓN: Tre miti della storia del flamenco, uniti dal genio e da un’anima rivoluzionaria, saranno i protagonisti di questa settima edizione.
Con molta commozione, il Festival di quest’anno sarà dedicato alla memoria del maestro Paco de Lucía, musicista e uomo insuperabile, nonché anima del flamenco universale.
Paco de Lucía, figura trascendentale per la cultura spagnola, con più di venticinque album pubblicati e centinaia di premi vinti, ha conquistato il consenso della critica per la rivoluzione musicale che ha innescato. Milioni di “aficionados” stranieri hanno conosciuto e sono cresciuti nel flamenco accompagnati dalla sua incomparabile musica, l’unica disponibile nella discografia internazionale fino a pochi anni fa. Un genio dal grande respiro, che con la sua irrequietezza musicale, ha saputo ricreare “il nuovo” partendo dalla tradizione.
E se la chitarra è assurta a livelli incomparabili per mano di Paco de Lucía, nel “baile” altre due figure lo hanno preceduto nel regno dei miti.
Pastora Imperio, musa di intellettuali e artisti fra cui Julio Romero de Torre che la ritrasse in vari dipinti, e di Manuel de Falla che per lei compose “El Amor Brujo”, fu una rivoluzionaria nella vita personale, donna moderna, indipendente e determinata e, in quella artística, è ancora oggi un’icona per l’ineguagliabile bellezza del movimento delle braccia e per aver introdotto l’uso della “bata de cola” (il lungo abito con strascico, che è anche un vero e proprio stile di “baile” flamenco). Con la direzione scenica del pluripremiato bailaor Angel Rojas che la affianca anche sulla scena, la “bailaora” Susana Lupiáñez “La Lupi” evoca con forza e commozione la figura della grande artista nello spettacolo “CARTAS A PASTORA”.
Carmen Amaya, la gitana più famosa al mondo. Un’artista capace di rivoluzionare i canoni del flamenco, rompendo la staticità del “baile” del tempo con uno stile personale, singolare e controcorrente, basato su una forza ineguagliabile, drammatiche contorsioni e “zapateados” impressionanti che aprirono orizzonti inusitati. A oggi è il riferimento unico per tutti i danzatori. Nel 2013, centenario della sua nascita, Manuel Curao giornalista spagnolo di Canal Sur e la “bailaora” gitana Ana Calí hanno evocato la figura di Carmen Amaya con lo spettacolo “CARMEN AMAYA CIEN AÑOS Y UN DÍA DE BAILE”, attraverso la danza, la narrazione e le proiezioni audiovisuali, ricreando la sua affascinante leggenda. Lo spettacolo, davvero unico nel suo genere, approda ora al MILANOFLAMENCOFESTIVAL.
E nel segno del genio e della rivoluzione, si vuole celebrare anche quella moderna operata dal già affermato Manuel Liñán, che propone “NOMADA”, un viaggio collettivo in diverse zone geografiche che incorniciano il flamenco in vari momenti e circostanze temporali, a testimonianza che ancora oggi l’uomo è nomade, alla constante ricerca delle emozioni che gli consentano di sopravvivere all’esistenza stessa. Il lavoro coreografico che Liñán attualmente sta portando avanti viene osannato dalla critica come profondamente innovatore. Le linee da lui create per le coreografie d’insieme rappresentano una nuova visione nella rappresentazione del movimento scenico, rompendo i lineari schemi del passato, il tutto esaltato dalla genialità interpretativa dell’artista e della sua coinvolgente compagnia.
Antonio Gades, un’altra figura mitica entra a far parte del festival, tramite la Fondazione, da lui fortemente voluta, che porta avanti il suo testamento artistico. La Fundación Antonio Gades sarà presente nella parte didattica del Festival con il “Taller Flamenco en el Aula”, un laboratorio rivolto ai professori di spagnolo per l’utilizzo del flamenco come strumento di apprendimento multidisciplinare. Un’occasione unica per la diffusione di quest’arte nelle scuole italiane che contemplano lo spagnolo come materia d’insegnamento.